
Il laboratorio propone agli studenti un approfondimento sul tema delle pietre d’inciampo. Gli Stolpersteine sono un monumento diffuso e partecipato ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig per l’Europa. Le piccole targhe d’ottone poste su cubetti di pietra, incastonati nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dal deportato, ricordano le singole vittime del nazionalsocialismo. Le pietre restituiscono le vicende personali e al tempo stesso la storia della città secondo i diversi luoghi da cui furono costretti ad allontanarsi o in cui vennero arrestati i deportati. L’inciampo visivo a cui costringono gli Stolpersteine, quanto mai prezioso per i giovani che sono sempre più lontani dalla memoria che le pietre custodiscono, è un modo per interrompere la dimenticanza, per inscrivere nel tessuto urbano dei segni di memoria tangibili, per ridare a voce a chi non ne ha avuta.
Il laboratorio, tramite contributi video, documenti, fotografie, mappe virtuali, elenchi, intende approfondire la figura di Gunter Demnig e il significato della sua opera come momento di riflessione sulla storia della deportazione in Europa. A partire dalle storie individuali, ricostruendo le memorie familiari di alcuni casi torinesi che si incrociano con complesse vicende degli ultimi anni del fascismo, l’attività ha lo scopo di approfondire le diverse tipologie di deportazione nel contesto italiano, con un focus su quello torinese, e di mostrare come quest’opera di arte pubblica sia un formidabile strumento di cittadinanza attiva.